Un deciso sostegno ai diritti dell’uomo e dunque un chiaro NO all’iniziativa per l’autodeterminazione!
Uno sviluppo sostenibile ha luogo quando dei gruppi svantaggiati della popolazione s’organizzano e difendono i propri diritti. Eppure, in ogni parte del mondo, le organizzazioni della società civile che rivendicano dei rapporti sociali equi sono vittime di una repressione statale crescente. Infatti, per numerose persone impegnate, i tentativi d’intimidazione, gli assurdi vincoli amministrativi, il divieto di qualsiasi tipo di spostamento, gli arresti e altri abusi commessi dalle autorità pubbliche fanno parte della quotidianità. Anche le organizzazioni partner locali della cooperazione svizzera allo sviluppo, che si mobilitano a favore dei diritti delle bambine e delle donne, dei diritti delle popolazioni indigene, della protezione dell’ambiente o contro la corruzione, sono toccate dall’attuale tendenza repressiva.
Il rapporto annuale del relatore speciale incaricato dall’ONU dimostra che la repressione esercitata dagli Stati contro le organizzazioni progressiste della società civile si basa sempre di più su leggi adottate di recente che, in nome d’una sicurezza definita in modo nebuloso, della lotta contro il terrorismo o della promozione economica nazionale, restringono le libertà di riunione, d’associazione e d’espressione. Queste leggi sono quindi spesso in totale contraddizione con i diritti dell’uomo riconosciuti a livello internazionale. Ma ciò non preoccupa molto i governi coinvolti, i quali affermano che gli interessi nazionali in termini di sicurezza e d’economia prevalgono chiaramente sugli accordi internazionali e sul diritto internazionale pubblico.
L’UDC sostiene gli stessi argomenti quando polemizza contro i «giudici stranieri» e vanta i meriti della propria iniziativa «per l’autodeterminazione». Quest’iniziativa sarà sottoposta a votazione il prossimo 25 novembre e il suo obiettivo è di fare in modo che in Svizzera, in futuro, il diritto nazionale possa essere contrario ai diritti dell’uomo. Qualora l’iniziativa venisse accettata, la Svizzera dovrebbe presto o tardi ritirarsi dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. In tal modo il nostro Paese diventerebbe un pretesto ideale per i governi autoritari e corrotti di tutte le nazioni in via di sviluppo ed emergenti nelle quali, già oggi, i diritti dell’uomo sono calpestati in nome degli interessi nazionali. La Svizzera perderebbe la sua credibilità in seno alla comunità internazionale e non potrebbe più impegnarsi seriamente per la protezione dei diritti umani nelle organizzazioni internazionali e nella cooperazione allo sviluppo.
Di conseguenza la società civile svizzera deve lottare con ogni forza contro l’iniziativa per l’autodeterminazione dell’UDC! Poiché un massiccio rifiuto dell’iniziativa equivarrebbe a un chiaro posizionamento della Svizzera a favore dei diritti umani.
Pubblicato il 1.10.2018
Sul Corriere del Ticino
(Traduttore: Fabio Bossi)