La legge minimalista ora assomiglia a una farsa

1.7.2021
Comunicato
40 organizzazioni prendono posizione in merito all'ordinanza relativa al controprogetto indiretto all'Iniziativa per imprese responsabili. Sono unite nel criticare l'inefficacia della proposta del Consiglio federale.

Comunicato stampa dell’“Associazione per multinazionali responsabili” del 1° luglio 2021

Un progetto d’ordinanza minimalista e in ritardo sui tempi 

Nel 2019, il Consiglio federale ha usato una manovra insolita: ha preparato un controprogetto dell'ultimo minuto che ha proposto nel mezzo dei dibattiti parlamentari relativi all'Iniziativa per multinazionali responsabili, mentre questi ultimi andavano avanti già da due anni. Il suo obiettivo era quello di impedire che un compromesso accettabile per le due parti fosse adottato in parlamento e di far credere all'opinione pubblica che l'iniziativa non era più necessaria in vista del suo controprogetto.

Chantal Peyer, membro del Comitato della Coalizione per multinazionali responsabili, ha mosso questa critica a nome delle 40 organizzazioni: “Il Consiglio federale prevede così tante eccezioni ed esenzioni che non ci sarà praticamente nessuna impresa che non dovrà rispettare i suoi obblighi di dovuta diligenza per quanto riguarda il lavoro minorile e i minerali di conflitto. Questo è un disconoscimento delle cittadine e dei cittadini, la cui maggioranza aveva approvato l'Iniziativa per multinazionali responsabili."

I seguenti punti sono particolarmente problematici per le organizzazioni firmatarie:

Minerali di conflitto: i piccoli commercianti sospetti sono ricompensati

1) Nell'ambito dei minerali di conflitto, il progetto di ordinanza del Consiglio federale prevede soglie fino alle quali le imprese sono esentate dall'obbligo di diligenza che sono troppo alte. Questo significa che una parte significativa dei minerali di conflitto importati in Svizzera non vi sarà soggetta. Marc Ummel di Swissaid precisa: “L'oro proveniente da zone di conflitto ed estratto in condizioni dubbie, viene di solito importato in Svizzera in piccole quantità. Se la soglia non viene abbassata, questi piccoli commercianti potranno continuare impunemente il loro commercio.”

2) Inoltre, sebbene per questo non esista una base legale, le imprese che commerciano in minerali riciclati sono a priori esenti. “Aggiungendo questa eccezione, il Consiglio federale sta dando libero corso a una pratica già comune che consiste nell’importare oro riciclato per nascondere la sua dubbia origine”, aggiunge Ummel.

Lavoro minorile: un incentivo a guardare dall'altra parte

Nell'area del lavoro minorile, ancora più aziende potranno sfuggire ad ogni responsabilità:

1) Le PMI sono completamente escluse dal progetto di ordinanza del Consiglio federale, anche se sono attive in una zona ad alto rischio. Malgrado le promesse, non si può più parlare di un approccio basato su questi rischi - come era previsto nella legge.

2) Inoltre, le grandi imprese saranno esentate se la produzione finale dei loro prodotti avviene in un Paese senza rischi noti di lavoro minorile. Se un'impresa svizzera vende una scarpa che è “Made in Germany” (anche se è solo l'assemblaggio finale che avviene in Germania), non deve adempiere a nessun obbligo di Dovuta Diligenza (Mandatory Due Diligence). Eppure, i componenti della scarpa potrebbero essere stati prodotti con il lavoro minorile in un paese terzo. Questo va completamente contro lo spirito e lo scopo di questa disposizione.

3) Se, malgrado queste prime due disposizioni, una grande impresa non è stata in grado di liberarsi dal suo dovere di diligenza sul lavoro minorile, l'ordinanza fornisce una terza opzione: se non c'è un “sospetto fondato” di lavoro minorile in relazione a un particolare prodotto o servizio, non c'è nemmeno bisogno di adempiere al suo dovere di Dovuta Diligenza. Questo è un incentivo inappropriato: le imprese che chiudono un occhio sul possibile lavoro minorile nella loro catena di approvvigionamento sono incoraggiate a non cambiare le loro pratiche. In definitiva, solo le aziende che già lavorano in modo responsabile sono soggette alla Dovuta Diligenza - e queste sono di solito le imprese che hanno già messo in atto misure volontarie per combattere il lavoro minorile.

La Svizzera va per conto suo

Durante la campagna, gli oppositori dell'Iniziativa per multinazionali responsabili non si sono stancati di affermare che il loro controprogetto sarebbe stato più adatto al contesto internazionale che l'iniziativa. Tuttavia, questa la legge nel suo insieme presenta enormi carenze, a cominciare dalla scelta di restringerla arbitrariamente a poche tematiche e alla totale mancanza di controlli e sanzioni. Nel confronto internazionale, questa legge è in ritardo sui tempi ancor prima della sua entrata in vigore. La risoluzione del Parlamento europeo, la legge tedesca sulla catena di approvvigionamento, la Loi de Vigilance francese, la Transparency Law in Norvegia e i progetti di legge in Belgio e nei Paesi Bassi vanno tutti molto oltre e prevedono controlli statali, responsabilità civile in caso di violazione e persino sanzioni penali. Danièle Gosteli Hauser di Amnesty International Svizzera è inflessibile: “La Svizzera è chiaramente in ritardo e la sua mancanza di regolamentazione perpetuerà l'impunità della quale godono le multinazionali che abusano dei diritti umani o distruggono l'ambiente.”

Le organizzazioni firmatarie chiedono al Consiglio federale di migliorare questa ordinanza e, per farlo, hanno presentato delle proposte concrete. Tuttavia, è chiaro per loro che anche la migliore delle ordinanze relativa a questo controprogetto non sarà sufficiente alla luce della situazione internazionale. Per questo, la coalizione “per multinazionali responsabili” continuerà a impegnarsi per una legge vincolante per multinazionali finalmente più responsabili.

 

La risposta della Coalizione “per le multinazionali responsabili” alla consultazione sull'ordinanza del Consiglio federale può essere trovata qui (in tedesco).

Riassunto della risposta in francese qui.

 

Le seguenti organizzazioni sostengono questo comunicato stampa

    Alliance Sud

    Amnesty International Svizzera

    Arbeitsgruppe Schweiz-Kolumbien

    Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana (ACSI)

    Brücke – Le Pont

    Bruno Manser Fonds

    Campax

    EcoSolidar

    Fédération romande des consommateurs (FRC)

    Femmes protestantes en Suisse (FPS)

    FIAN Suisse

    Gebana

    Greenpeace

    GSsA

    Guatemalanetz Bern

    Helvetas Swiss Intercooperation

    humanrights.ch

    Juristes Démocrates de Suisse (JDS)

    Justitia et Pax

    Medico international schweiz

    OeME-Kommission der Evangelisch-reformierten Gesamtkirchgemeinde Bern

    Pane per tutti

    Pro Natura

    Public Eye

    Sacrificio Quaresimale

    Save the Children

    Société pour les peuples menacés

    Solidar Suisse

    Solifonds

    StopArmut 2015 / Interaction

    Swissaid

    Terre des Hommes Suisse

    Travail.Suisse

    TRIAL International

    Unione sindacale svizzera

    Unione Svizzera delle Donne Cattoliche (SKF)

    Unité

    Uniterre

   

(Traduzione di Valeria Matasci)