A inizio aprile, il DFAE e l’OCSE hanno pubblicato, a breve intervallo l’uno dell’altro, le loro ultime cifre sull’aiuto pubblico allo sviluppo (APS). Nel 2016, la quota parte dell’APS della Svizzera è aumentata allo 0,54% del reddito nazionale lordo (RNL). Quest’aumento stupisce viste le percentuali decrescenti della cooperazione allo sviluppo effettiva, che sono diminuite dallo 0,41% nel 2015 allo 0,39% nel 2016, secondo i dati del DFAE. Il calo della cooperazione allo sviluppo e dell’aiuto umanitario è stato dunque compensato da una crescita dei costi dell’asilo. Concretamente, il 19,4% dell’APS è stato versato al settore dell’asilo. Alliance Sud condanna con forza questa pratica di contabilizzazione autorizzata dall’OCSE.
Nel confronto internazionale del Comitato di aiuto allo sviluppo (CAS) dell’OCSE, la quota parte dell’APS svizzero resta tra i migliori dieci. Tra di essi vi sono, però, dei paesi che, come la Germania, malgrado l’aumento dei costi dell’asilo, mettono a disposizione dell’aiuto allo sviluppo effettivo dei mezzi supplementari. Nel gruppo di testa, le percentuali delle “vere” spese di sviluppo (cioè senza includervi i costi dell’asilo) della Norvegia, del Lussemburgo e anche praticamente anche quelle della Svezia sono di ben due volte più alte di quelle della Svizzera.
La Svizzera contabilizza i suoi costi dell’asilo nell’APS fin dal 1998. Lo ha fatto in modo più generoso tra il 2004 e il 2013, riuscendo così a sorpassare di due volte il secondo paese donatore. In seguito la Svizzera è stata superata da diversi altri paesi, ma continua a collocarsi nella parte alta della classifica. Sono soprattutto i paesi appartenenti all’UE quelli che integrano sempre più i loro costi dell’asilo. L’eccezione maggiore è costituita dal Lussemburgo, ma anche Francia, Regno Unito e Irlanda contabilizzano solo una piccola parte dei loro costi legati all’asilo.
La “pubblicità menzognera” derivante dall’inclusione dei costi dell’asilo nell’APS impedisce un vero e proprio confronto delle quote parte dell’APS dei paesi membri del CAS, poiché i metodi di calcolo dei costi dell’asilo variano da un paese all’altro. Per questo il CAS ha avviato nel 2016 un processo di chiarimento delle metodologie che, nel migliore – ma poco verosimile – dei casi potrebbe indurre una limitazione della possibilità di contabilizzare i costi dell’asilo, se non persino la loro esclusione.
La Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC-CAS) riconosce che il settore dell’asilo è un compito importante per i paesi membri dell’OCSE, ma porta uno sguardo critico sulla sua contabilizzazione ed esorta i paesi membri a non trascurare il loro impegno in favore della cooperazione allo sviluppo a lungo termine.[1] Il processo di chiarimento in corso dimostrerà se i paesi membri del CAS condividono il parere della Direzione. Se, e in che misura, i costi dell’asilo potranno in futuro essere inclusi dipende anche dall’accordo relativo al nuovo valore di misura dell’OCSE, il TOSSD (Total Offical Support for Sustainable Development), che deve riflettere l’insieme dei flussi finanziari a destinazione dei paesi in sviluppo e al cui interno i costi dell’asilo potrebbero essere contabilizzati separatamente. Se non si riesce ad accordarsi sul TOSDD, c’è il rischio che l’APS venga ancor più gonfiato da costi estranei allo sviluppo.
Riquadro:
Le spese dell’aiuto pubblico allo sviluppo (APS) sono destinate a sostenere lo sviluppo economico e sociale nei paesi beneficiari o sono stanziate a delle organizzazioni multilaterali. Nel 1970, i paesi ricchi si erano impegnati all’interno dell’ONU a mettere a disposizione lo 0,7% del loro RNL per lo sviluppo dei paesi poveri. La quota parte dell’APS permette di valutare in che misura i paesi membri dell’OCSE si assumono la loro responsabilità nei confronti dei poveri e dei più poveri del mondo. Dal 1992 i costi legati all’assistenza e all’alloggio dei richiedenti d’asilo possono essere contabilizzati. Qualunque siano la loro necessità e la loro utilità, queste spese non contribuiscono in nulla allo sviluppo e la loro inclusione è dunque criticata da Alliance Sud e della Direzione dello sviluppo e della cooperazione.
Pubblicato su Popolo e Libertà il 7.07.2017
(Traduzione: Alessia Di Dio)
[1] Rich Countries Criticized for Using Aid Money to Host Refugees instead of Tackling Poverty, Reuters, 26. April 2017