Un’iniziativa popolare lanciata dalla Gioventù socialista (GS) chiedeva di fermare la speculazione sulle derrate alimentari. Alliance Sud ha anche chiesto al Consiglio federale nuove regolazioni per limitare la volatilità dei prezzi delle derrate alimentari di base. Nel 2014, l’economista e giornalista indipendente Markus Mugglin ha redatto, per conto di Alliance Sud, uno studio sulle conseguenze della speculazione alimentare. Dall’inizio degli anni 2000, i prezzi delle derrate alimentari sono raddoppiati e sono stati raggiunti picchi nel 2006/2007 e nel 2011.
Speculazione nociva
Questo aumento dei prezzi causa l’insicurezza alimentare, di cui soffrono soprattutto le fasce deboli della popolazione nel Sud. La volatilità dei prezzi mette in pericolo la sussistenza dei produttori (in caso di crollo rapido e brutale dei prezzi) e dei consumatori (in caso di aumento rapido e brutale dei prezzi). I paesi del Nord, e soprattutto la Svizzera, ignorano questa realtà. Restano convinti della necessità di una speculazione “utile” che, negli anni 1990, ha svolto talvolta un ruolo stabilizzatore. Rifiutano però di ammettere che certe pratiche della speculazione sulle derrate alimentari hanno da allora completamente modificato la natura e l’impatto di quest’ultima. Pensiamo soprattutto al commercio dei derivati da parte delle banche e delle piattaforme commerciali che, grazie all’informatica, posso realizzare migliaia di transazioni al secondo.
Cinque proposte per ri-regolare
Per Alliance Sud, la ri-regolazione della speculazione sulle derrate alimentari rappresenta quindi una misura fondamentale per garantire l’alimentazione di tutti gli esseri umani. Alliance Sud difende cinque proposte:
1. Il commercio fuori borsa dei derivati deve farsi solamente sotto sorveglianza, per creare una trasparenza totale per tutti gli attori e le autorità di sorveglianza.
2. Gli speculatori devono essere sottoposti a limiti di posizione – che significa che la loro parte del volume del commercio non deve superare una certa percentuale (per esempio 15%). I limiti di posizione erano lo strumento di regolazione più importante fino alla fine degli anni 1990.
3. Il commercio ad alta frequenza dovrebbe essere almeno limitato, se non vietato.
4. A partire da un certo livello di fluttuazione dei prezzi, il commercio dovrebbe essere interrotto dalle piattaforme commerciali. Inoltre bisogna esaminare l’introduzione di una tassa graduale sulle transazioni, che potrebbe aumentare a partire da certi livelli di prezzi.
5. Infine, sarebbe opportuno separare istituzionalmente gli operatori finanziari fisici dagli speculatori.
L’oggetto dell’iniziativa resta attuale
In Svizzera, il Consiglio federale vuole puntare sull’autoregolazione. Gli Stati Uniti e l’Unione europea (UE) hanno già deciso di limitare la speculazione sulle derrate alimentari e ri-regolare tutto il commercio dei derivati. In altre parole, in materia di regolazione, la Svizzera ha scelto la via dell’Alleingang.
Per tutti questi motivi, Alliance Sud ha sostenuto l’oggetto dell’iniziativa popolare della Gioventù socialista (GS) contro la speculazione sulle derrate alimentari, depositata il 24 marzo 2014.
L’iniziativa, sostenuta dal Partito socialista, dai Verdi e da varie organizzazioni di cooperazione internazionale (fra cui Swissaid e Solidar Svizzera), era volta a vietare agli istituti finanziari ed ai gestori di fortuna di investire in strumenti finanziari relativi a materie prime agricole o alimentari.
Campagna animata
Durante la campagna, Alliance Sud ha sottolineato quanto poco ha fatto la Svizzera per limitare la speculazione finanziaria. “Il Consiglio federale ha perso la sua occasione di prendere le misure necessarie da solo; ecco perché l’iniziativa contro la speculazione sulle derrate alimentari è l’unica alternativa politica possibile”, ha dichiarato fra l’altro Mark Herkenrath di Alliance Sud.
Gli iniziativisti hanno ricordato anche che l’ONU esige misure per limitare la volatilità dei prezzi degli alimenti, incontrollabile per il momento e una delle cause delle rivolte della fame del 2007 e del 2011. “Quando spendete quasi l’80% del vostro budget in alimenti, anche il minimo aumento dei prezzi vi precipita nella fame”, si è indignata Catherine Morand di Swissaid, una degli iniziativisti.
Un segnale da prendere sul serio
L’iniziativa, i cui oppositori prevedevano una sconfitta clamorosa, è stata sostenuta, il 28 febbraio 2016, da oltre il 40% dei votanti. Questo mostra che la speculazione alimentare preoccupa vivamente i cittadini svizzeri e che il Consiglio federale dovrà, prima o poi, prendere delle misure che vadano oltre una fede cieca nell’autoregolazione. Basterebbe poco: il Consiglio federale potrebbe, con un’ordinanza, attivare i limiti di posizione per i commercianti con sede in Svizzera. Il Consiglio federale ed il Parlamento hanno creato le basi necessarie adottando i limiti di posizione nell’articolo 118 della Legge sull’infrastruttura del mercato finanziario.