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La fiaba del freno all'indebitamento: Tremotino al governo?

05.04.2024, Cooperazione internazionale, Finanza e fiscalità

La Confederazione deve davvero risparmiare? Urge un ripensamento, poiché il tasso d’indebitamento è il miglior amico della cooperazione internazionale. Grazie ad esso, la Svizzera può facilmente permettersi di contabilizzare i costi degli aiuti all’Ucraina come spese straordinarie, salvando così la cooperazione allo sviluppo nei Paesi del Sud globale.

La fiaba del freno all'indebitamento: Tremotino al governo?

Andreas Missbach, Direttore di Alliance Sud  / © Daniel Rihs

 

A lezione di storia s’impara che i progressi scientifici figurano nelle note a piè di pagina. Recentemente ho avuto il piacere di constatare che questo vale anche per la Berna federale. In una nota a piè di pagina del piano finanziario di legislatura, l’Amministrazione federale delle finanze sottolinea la discrepanza tra lo standard internazionale sulla sostenibilità del debito e la prassi svizzera.

In franchi, nonostante la pandemia, nel 2022 il debito era inferiore rispetto al periodo 2002-2008, quando la Svizzera non era affatto in crisi. In ogni caso, non è il debito assoluto a essere decisivo, ma il suo rapporto rispetto al prodotto interno lordo. Quanto è elevato dunque questo tasso? Diamo un’occhiata all’ultima edizione delle cosiddette Basi della gestione finanziaria della Confederazione, una pubblicazione dell’Amministrazione federale delle finanze destinata alle e ai parlamentari. Nel 2022 il tasso d’indebitamento, secondo la definizione dell’UE, era del 26,2% e il tasso d’indebitamento netto, calcolato secondo il metodo del Fondo Monetario Internazionale (FMI), del 15,3%. Tuttavia, secondo il piano finanziario di legislatura (pubblicato un mese dopo le Basi citate), il tasso d’indebitamento netto era pari al 18,1%. Evidentemente non sono solo il Dipartimento della Difesa e il capo dell’esercito ad avere problemi con le cifre.

La ministra delle finanze Karin Keller-Sutter ha dichiarato alla NZZ che il freno all’indebitamento è il suo migliore amico. A noi invece sembra che il freno all’indebitamento sia più simile a Tremotino, che nella fiaba dei fratelli Grimm canzona beffardo: «Nessuno lo sa, nessuno lo sa...». Tuttavia – e questa frase non si potrà mai ripetere abbastanza – indipendentemente dal modo in cui si misura il tasso d’indebitamento della Svizzera, bisogna riconoscere che è ancora ridicolmente basso rispetto agli standard internazionali.

I benefici di un basso indebitamento compensano i suoi costi? È ciò che si chiede Marius Brülhart, professore di economia politica all’Università di Losanna. Poiché ridurre il debito non è gratis. Come sottolinea il professore, ogni franco utilizzato per rimborsare il debito pubblico è un franco che non è disponibile per altri servizi pubblici. E lo scrive sulla rivista di politica economica della SECO. Anche il presidente del Centro Gerhard Pfister ha capito il messaggio, propugnando un finanziamento straordinario per i costi legati all’Ucraina (rifugiati e ricostruzione).

C’è quindi un barlume di speranza all’orizzonte? Urge un ripensamento, poiché il tasso d’indebitamento è il miglior amico della cooperazione internazionale. Grazie ad esso, la Svizzera può facilmente permettersi di contabilizzare i costi degli aiuti all’Ucraina come spese straordinarie, salvando così la cooperazione allo sviluppo nei Paesi del Sud globale.

 

Pubblicato sul Corriere del Ticino il 3 aprile 2024

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Finanze pubbliche

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La Svizzera, nel confronto internazionale, ha un indebitamento pubblico estremamente basso. Deve quindi approfittare della sua eccellente situa-zione finanziaria per cofinanziare in modo sostanziale una vasta trasfor-mazione equa ed ecologica, sia in Svizzera che all’estero. 

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Di cosa si tratta

Il freno all’indebitamento è entrato in vigore in Svizzera nel 2003: oggi è organizzato molto rigorosamente e viene applicato in maniera ancor più estrema. Ciò ha portato automaticamente a una riduzione del debito, sebbene la Svizzera presentasse già da tempo, in confronto alla situazione internazionale, un indebitamento pubblico basso.

La politica di risparmio elvetica, fine a sé stessa, fa sì che il margine di manovra finanziario della Confederazione negli investimenti a favore dello sviluppo sostenibile rimanga inutilmente limitato. Inoltre, questa politica mette costantemente sotto pressione il budget per la cooperazione internazionale (CI) dato che, con l’agricoltura, l’esercito e determinati ambiti della cultura, la CI è una delle poche spese non vincolate nel budget della Confederazione.

Le possibilità d’influenzare la politica finanziaria del Parlamento, a predominanza borghese, sono perciò grandi. In tempi caratterizzati da molteplici crisi, questa politica finanziaria non è più adatta. La politica finanziaria elvetica ha bisogno d’un cambio di paradigma, che liberi le risorse finanziarie necessarie per far fronte alle immense sfide sociali, sia in patria che all’estero.