Comunicato stampa

Le ONG sono centrali nel mondo e in Svizzera

03.03.2021, Cooperazione internazionale

La Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) ha annunciato ieri i contributi programmatici 2021-2022 e ha sottolineato l'importante ruolo svolto dalle organizzazioni non governative (ONG) nella cooperazione internazionale della Svizzera. Sebbene la Confederazione consideri centrali l'informazione e la sensibilizzazione della società, non intende più sostenerle.

Le ONG sono centrali nel mondo e in Svizzera

© PD

“E’ molto positivo che la DSC rafforzi l’importanza del partenariato con le ONG e apprezzi il loro impegno, la loro competenza e la loro presenza in seno alla popolazione", commenta Mark Herkenrath, direttore esecutivo di Alliance Sud. Le ONG contribuiscono in modo significativo alla riuscita dell’attuazione della cooperazione internazionale della Confederazione e sono giustamente sostenute dalla Confederazione in questo sforzo. Esse completano il lavoro della DSC in termini tematici e geografici.

Mentre il lavoro politico con i contributi ai programmi è sempre stato vietato, ora, in seguito all'iniziativa per le multinazionali responsabili, è vietato, d’ora in poi, anche l'uso di questi contributi per lavori di informazione e di educazione in Svizzera: "Questo è incomprensibile, in quanto oltre al Comitato di aiuto allo sviluppo dell'OCSE, numerose personalità e organismi avvertono da anni che la comprensione da parte della popolazione svizzera delle interrelazioni internazionali e delle sfide mondiali dello sviluppo è ancora insufficiente", afferma Mark Herkenrath.

Il fatto che questo lavoro di informazione e educativo venga ora, per così dire, privatizzato è in contrasto con le raccomandazioni internazionali e con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile OSS-SDGs (Agenda 2030).

Comunicato stampa

CS: Esenzione fiscale, competenze cantonali

09.06.2021, Cooperazione internazionale

Il Consiglio degli Stati ha adottato per un soffio una mozione di Ruedi Noser (PLR) che vuole rivedere le condizioni di esenzione fiscale delle organizzazioni di pubblica utilità che sono anche attive politicamente. Palesemente, una piccola maggioranza dei rappresentanti cantonali non ha fiducia nei loro cantoni.

Kristina Lanz
Kristina Lanz

Esperta in cooperazione internazionale

+41 31 390 93 40 kristina.lanz@alliancesud.ch
Marco Fähndrich
Marco Fähndrich

Responsabile della comunicazione e dei media

+41 31 390 93 34 marco.faehndrich@alliancesud.ch
CS: Esenzione fiscale, competenze cantonali

© Parlamentsdienste 3003 Bern

“Le ONG non hanno nulla da temere, poiché utilizzano principalmente dei mezzi politici per portare avanti le cause di pubblica utilità, come la protezione del clima e dell'ambiente o dei diritti umani", dice Kristina Lanz, responsabile della politica di sviluppo di Alliance Sud. Eppure è proprio questo che sembra turbare alcuni Consiglieri agli Stati - che le ONG abbiano più voce in capitolo nel dibattito democratico, mettendo così a repentaglio il predominio della lobby dell’economia. “La mozione Noser è un tentativo di mettere a tacere le ONG”, dice Kristina Lanz. “Speriamo che il Consiglio Nazionale riconosca la necessità delle voci di interesse pubblico nel dibattito democratico e non assecondi l'atto di "ripicca" di Ruedi Noser."

Come nota il Consiglio federale nella sua risposta informata alla mozione, le amministrazioni fiscali cantonali “sono competenti per la concessione, la verifica e l'eventuale revoca dell'esenzione fiscale". Afferma inoltre che le organizzazioni esentate dalle tasse si trovano anche all'interfaccia delle questioni politiche (per esempio, le organizzazioni impegnate nella tutela dell’ambiente, di disabili, della salute e dei diritti umani) e che “il sostegno materiale o ideale di iniziative o referendum non preclude in linea di principio l'esenzione fiscale”. Il principale criterio di esenzione è che l'attività politica non sia lo scopo principale delle organizzazioni interessate. Se dei mezzi politici sono usati per raggiungere uno scopo di pubblica utilità, questo non è un ostacolo per l'esenzione fiscale.

Per maggiori informazioni:
Kristina Lanz, responsabile della politica di sviluppo, Alliance Sud, +41 31 390 93 40
Marco Fähndrich, responsabile comunicazione, Alliance Sud, +41 79 374 59 73

Global, Opinione

In continuo cambiamento

24.06.2021, Cooperazione internazionale

L'ultima opinione di Mark Herkenrath come direttore di Alliance Sud.

In continuo cambiamento

© Daniel Rihs / Alliance Sud

Eraclito ci ha insegnato che l’unica costante della vita è il cambiamento. Eppure son passati 13 anni, o quasi, da quando ho iniziato a lavorare presso Alliance Sud. Ora, per motivi familiari, è venuto il momento di dire addio – un buon momento per dare uno sguardo a ciò che ci si è lasciati alle spalle, ma al tempo stesso per guardare avanti.

Quando ho ripreso la responsabilità del dossier della politica fiscale presso Alliance Sud, nel 2008, il nostro ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz credeva ancora che il segreto bancario elvetico fosse immutabile tanto quanto il massiccio del San Gottardo. Gli evasori fiscali e i potentati corrotti dei Paesi in via di sviluppo, desiderosi di nascondere i loro averi in Svizzera, erano liberi di farlo. Poi è arrivata la crisi finanziaria ed economica mondiale, portando un colpo fatale a un buon numero degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM), che avrebbero dovuto essere raggiunti entro il 2015; in compenso essa ha galvanizzato la lotta contro l’evasione fiscale.  

Improvvisamente anche le potenti nazioni industrializzate hanno voluto prendere delle misure contro i frodatori del fisco. Avevano infatti un urgente bisogno d’incrementare i redditi dello Stato per finanziare i loro piani di salvataggio delle banche. Queste misure ammontavano a miliardi! Alliance Sud ha però dovuto battersi per anni per far sì che la Svizzera estendesse finalmente lo scambio automatico d’informazioni in ambito fiscale ai Paesi in via di sviluppo. E lotta ancora contro gli incentivi funesti per le società multinazionali a trasferire i loro profitti, in gran parte non tassati, dai Paesi più poveri verso la Svizzera.

Quando nel 2015 ho ripreso il testimone da Peter Niggli, diventando direttore d'Alliance Sud, gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS) avevano appena rimpiazzato gli obiettivi di Sviluppo del Millennio. Con l'Agenda 2030, i ricchi Paesi industrializzati si sono impegnati in un percorso politico volto non solo agli interessi nazionali a corto termine, bensì orientato al benessere a lungo termine degli esseri umani e del pianeta. È quindi ancor più sorprendente vedere con quanta frenesia certi consiglieri federali e parlamentari siano oggi contrariati dall’ingerenza delle ONG nella politica svizzera, in nome dei diritti umani e della protezione dell’ambiente.

Tanto allora come oggi, Alliance Sud era già politicamente controversa. Essa non deve lasciarsi impressionare dalle recenti reazioni contro una società civile attiva nella politica di sviluppo. Uno sviluppo del pianeta, socialmente giusto ed ecologicamente sostenibile, ha più che mai bisogno d’una Svizzera che orienti in maniera coerente ognuna delle proprie politiche – da quella estera a quella climatica, passando dalla politica economica – verso quest’obiettivo. Il team, i membri e gli alleati d'Alliance Sud, che qui desidero ringraziare calorosamente per la loro formidabile cooperazione, continueranno a impegnarsi risolutamente in questo senso anche in futuro – con il cuore, con un coinvolgimento costante e con la forza dei buoni argomenti.

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La rivista periodica di Alliance Sud viene pubblicata quattro volte all’anno (in tedesco e francese) ed è possibile abbonarsi gratuitamente. In «global» trovate analisi e commenti riguardanti la politica estera e di sviluppo del nostro Paese.

Cooperazione allo sviluppo

Cooperazione allo sviluppo

La cooperazione allo sviluppo, attuata da pari a pari, contribuisce effica-cemente allo sviluppo sostenibile e alla pace nel mondo. I presupposti per la loro concretizzazione sono la «localizzazione» e la «decolonizzazione» dell‘«aiuto allo sviluppo» di un tempo. Alliance Sud s’impegna per una CI orientata alle priorità dei Paesi partner e che rafforza le organizzazioni del-la società civile.  

Di cosa si tratta >

Di cosa si tratta

Le voci del Sud globale – soprattutto quelle della società civile – chiedono sempre più forte che tutta la cooperazione allo sviluppo e l’aiuto umanitario vengano delocalizzati e allineati alle priorità dei Paesi partner, come pure una cooperazione stabilita su un piano di parità.

Per questo motivo sono necessari sforzi continui, per rompere i modelli esistenti di finanziamento, di generazione di conoscenza e di cooperazione, per condividere il potere decisionale e per far posto a modelli di pensiero e di azione non occidentali. Le immagini, i gerghi e i comportamenti razzisti devono infine essere individuati e superati. Alliance Sud, con il suo lavoro e la sua comunicazione, s’impegna per il superamento di pratiche e rapporti di potere disuguali.

Comunicato stampa

Andreas Missbach sarà il nuovo direttore di Alliance Sud

29.09.2021, Cooperazione internazionale

Il Comitato direttivo di Alliance Sud ha eletto Andreas Missbach come nuovo direttore. Sostituisce Mark Herkenrath, che ha lasciato Alliance Sud alla fine di luglio. Andreas Missbach entrerà in carica il 1° gennaio 2022.

Andreas Missbach sarà il nuovo direttore di Alliance Sud

Andreas Missbach

«Siamo lieti di aver trovato una personalità di spicco per questo compito impegnativo», afferma Bernd Nilles, presidente di Alliance Sud e direttore di Sacrificio Quaresimale. «Andreas Missbach è la persona ideale: grazie al suo variegato bagaglio di esperienze, alla sua vasta rete di conoscenze e al suo modo di pensare strategico, rafforzerà Alliance Sud nell’impegno per relazioni Nord-Sud eque e una Svizzera basata sulla solidarietà. Anche il mondo politico e l’amministrazione federale avranno un interlocutore competente.»

Andreas Missbach (classe 1966) è uno storico, ha scritto un dottorato sulla politica climatica delle Nazioni Unite e dal 2001 al 2021 ha lavorato presso la Dichiarazione di Berna, diventata Public Eye, in diverse aree, più recentemente come membro della direzione e capo del dipartimento materie prime − commercio − finanze.

«Sono molto felice di poter lavorare con Alliance Sud per la giustizia globale e per rafforzare la voce del Sud e delle organizzazioni di cooperazione internazionale nella politica svizzera», dichiara Andreas Missbach: «Questo è più necessario che mai: che si tratti della crisi climatica o della crisi del coronavirus, esse colpiscono più duramente i gruppi più poveri della popolazione.»  

Alliance Sud è la Comunità di lavoro delle organizzazioni Swissaid, Sacrificio Quaresimale, Pane per tutti, Helvetas, Caritas e Heks/Eper/Aces. È sostenuta dalle organizzazioni partner Solidar Suisse, Terre des hommes Schweiz/Suisse e dalla Croce Rossa Svizzera. Alliance Sud lavora da 50 anni per un mondo più giusto e una Svizzera solidale.

Per ulteriori informazioni:
Bernd Nilles, Presidente di Alliance Sud e direttore di Sacrificio Quaresimale,

Global, Opinione

Reimmaginare l’Africa

01.10.2021, Cooperazione internazionale

Il mondo è frastornato dalle molteplici emergenze globali che vi si abbattono. Queste emergenze vengono aggravate dalla mancanza di leadership, fortemente diffusa tanto nel settore pubblico quanto in quello privato.

Reimmaginare l’Africa

La co-presidente del Club di Roma e co-fondatrice di ReimagineSA spiega in questo testo la sua visione dell'Africa tra 50 anni.
© Mamphela Ramphele

Le conoscenze scientifiche si rivelano inadeguate quando si tratta di fare in modo che l’umanità reinventi nuovi modi di essere umana. Re-immaginare richiede di andare molto in profondità dentro di sé. Una tale re-immaginazione esige da noi una prontezza a disimparare il sistema di valori estrattivi, cioè di sfruttamento, e a riapprendere dalla natura che facciamo parte di una rete di vita interconnessa e interdipendente. Come ci insegnano le culture indigene di tutto il mondo – dobbiamo tornare ad essere indigeni e funzionare al ritmo della saggezza naturale. Tornare ad essere indigena permetterebbe all’umanità di uscire da queste emergenze con una nuova civiltà umana che sia in armonia con la natura.

Lentamente ma indiscutibilmente, la gioventù mondiale raccoglie la sfida della leadership di fronte agli errori dei propri genitori e delle proprie classi dirigenti. I movimenti mondiali come Fridays for Future, Extinction Rebellion, Rainbow Warriors e Avaaz si sono fatti carico di modellare il futuro che desiderano disperatamente veder emergere.

In Africa, i giovani colgono inoltre le opportunità di abbracciare la saggezza dei loro antenati. La saggezza dell’Africa parte dall’idea di una nazione di ricchezza – ce n’è abbastanza per tutti se si divide equamente. Il sistema di valori Ubuntu permette a tutti di condividere la prosperità generata da un lavoro di collaborazione. Non c’è opportunismo in Ubuntu.

Una parte considerevole degli oltre 600 milioni di Africani tra i 15 e i 49 anni trova delle soluzioni innovative di fronte alla moltitudine di sfide che deve affrontare in svariati contesti. Trasforma la penuria delle vecchie tecnologie di telecomunicazione e dei servizi finanziari in opportunità per creare ricchezza. I telefoni cellulari e i servizi finanziari online stanno sfruttando i flussi annuali di trasferimento di fondi (stimati a 44 miliardi di dollari statunitensi) in modo da stabilire una connettività più economica e affidabile tra la diaspora e il Paese d’origine.

Lentamente, l’Africa sta decostruendo i modelli educativi coloniali che hanno tenuto la sua giovane popolazione prigioniera di sistemi educativi che li allontanano dal loro ricco patrimonio culturale. I modelli educativi coloniali hanno mentalmente sottomesso gli Africani per generazioni, al punto che molti continuano a credere in una supremazia bianca e in un’inferiorità nera. È questa schiavitù mentale che continua a minare la capacità dell’Africa a sfruttare la propria ricchezza in modo da poter generare una prosperità condivisa.

Siamo testimoni della creazione di nuovi modelli educativi come le scuole Leap Math e Science Schools, con diciassette anni di presenza in Africa del Sud, che aiutano i giovani a liberarsi da questa schiavitù mentale per abbracciare la saggezza di Ubuntu. L’impatto salutare dell’interconnessione e dell’interdipendenza genera fiducia in sé stessi e ha ristabilito dignità e amor proprio. I risultati sono spettacolari nelle bidonville più povere dell’Africa del Sud, da dove vengono questi modelli. I diplomati del Leap diventano dei leader all’interno delle loro comunità distrutte in qualità di professori, ingegneri, società civile, politici e di molti altri professionisti. Questi risultati contraddicono l’idea di povertà che il mondo associa all’Africa. I giovani vedono la ricchezza dell’Africa, e sono loro stessi la sua ricchezza.

L’Africa è il continente più grande (massa continentale corrispondente a quella dell’Europa, della Cina e degli Stati Uniti combinati) nonché il più ricco in risorse (60% di terre coltivabili ; 90% di giacimenti minerari, sole e piogge in abbondanza; e ha la popolazione più giovane del pianeta - i giovani sono 1,4 miliardi in Africa). L’Africa ha bisogno di trovare un modello di sviluppo. Un tale modello deve adattarsi alla filosofia Ubuntu per sfruttare questa ricca base di risorse, tramite un’azione collettiva che liberi i talenti e la creatività della sua giovane popolazione.

Il mondo non può che trarre profitto da un’Africa che persegue un modello di sviluppo socio-economico più sostenibile e rigenerativo. Un’Africa così sarebbe in grado di condividere la sua ricchezza in modo più equo. La giovane popolazione africana, una volta liberata dalla schiavitù mentale e affermatasi come composta da cittadini innovativi ed energici, fornirebbe le competenze critiche e la creatività di cui avrebbe bisogno la comunità mondiale che invecchia. Il mondo ha bisogno di co-investire con l’Africa in uno sviluppo socio-economico rigenerativo e accelerato che condivida la massa continentale dell’Africa per assicurare l’approvvigionamento alimentare. Appoggiandosi alle conoscenze indigene dell’Africa in materia di agricoltura biologica e sui suoi ricchi sistemi alimentari marini, si potrebbe garantire un’alimentazione sana e sicura per tutti.

I minerali africani che alimentano l’economia mondiale, comprese le terre rare recentemente scoperte e indispensabili all’elettronica, devono essere sfruttati in modo sostenibile. Le pratiche minerarie estrattive non solo danneggiano i paesaggi africani, ma compromettono anche il benessere del suo popolo. Per garantire la sostenibilità del flusso di benefici della ricchezza mineraria per l’insieme della comunità mondiale, è necessaria una trasformazione radicale degli approcci estrattivi in approcci rigenerativi.

Il mondo deve cogliere le crisi esistenziali della pandemia di COVID e del cambiamento climatico come delle opportunità di riapprendere a cooperare come comunità mondiale. Ciò permetterebbe di passare da degli approcci degenerativi a degli approcci rigenerativi che favoriscono un benessere sostenibile per tutti. Si tratta di cambiare i modi di consumo eccessivi per fare delle scelte più giudiziose che ci permettano di restare entro i limiti del pianeta. Ciò implica anche l’adozione della saggezza della natura, secondo la quale non ci può essere un Io senza un Noi. L’umanità è inestricabilmente legata e interdipendente.

L’Africa che immagino tra 50 anni è un continente che si è riappropriato della sua eredità, in quanto culla dell’umanità e della prima civilizzazione umana, modellando l’intelligenza della natura affinché ognuno contribuisca al meglio delle proprie capacità al benessere di tutti nell’intero ecosistema. L’Africa offrirebbe allora al mondo un modello per reimparare a diventare pienamente umani.

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Opinione

Da 50 anni al servizio di una Svizzera solidale

05.10.2021, Cooperazione internazionale

Alliance Sud ha 50 anni, la Direzione dello sviluppo e cooperazione e Sacrificio Quaresimale 60; l’Aiuto delle Chiese evangeliche svizzere spegne 75 candeline: qualche decennio fa soffiava un vento di cambiamento per una responsabilità mondiale.

Da 50 anni al servizio di una Svizzera solidale

Bernd Nilles, presidente di Alliance Sud e direttore di Sacrificio Quaresimale
© Fastenopfer

Alliance Sud ha 50 anni, la Direzione dello sviluppo e cooperazione (DSC) e Sacrificio Quaresimale 60, mentre l’Aiuto delle Chiese evangeliche svizzere (ACES) spegne 75 candeline: qualche decennio fa soffiava un vento di cambiamento per una responsabilità mondiale. Oggi c’è motivo di festeggiare, o piuttosto di non farlo, visti i numerosi problemi non risolti su questo pianeta? Nuove crisi e sfide emergono di continuo e per quanto riguarda la crisi climatica è una vera e propria corsa contro il tempo.

Quando i nostri padri fondatori e le nostre madri fondatrici hanno creato la Comunità di lavoro swissaid / Sacrificio Quaresimale / Pane per tutti / Helvetas nell’agosto del 1971, poco dopo l’introduzione del suffragio femminile, erano sicuramente lungi dal pensare che il lungo viaggio sarebbe durato cinque decenni. All’inizio l’accento è stato messo sulla sensibilizzazione della popolazione svizzera riguardo alla situazione nei Paesi in via di sviluppo e alle interdipendenze mondiali; è stato solo più tardi, negli anni '80, che le attività di politica di sviluppo sono arrivate a completare il quadro. L’intuizione precoce che una svolta a lungo termine potesse essere negoziata soltanto con dei cambianti a Nord e a Sud era visionaria e il fatto che Alliance Sud ha potuto far parlare le opere umanitarie svizzere con una sola voce credibile in materia di politica di sviluppo è un successo storico.

Approfitto di questa occasione per ringraziare tutte le persone che hanno contribuito a scrivere questa storia e a renderla possibile. Nel corso di questi 50 anni Alliance Sud ha spesso smosso gli ambienti politici e contribuito all’ampliamento e al perfezionamento della cooperazione allo sviluppo e si è sempre data da fare per una Svizzera solidale.

Anche Alliance Sud è pronta a proseguire il suo sviluppo. Si è assunta questo compito nel 2021; in futuro concentrerà quindi i suoi sforzi soprattutto nelle attività a favore di una Svizzera solidale per creare un impatto in questo campo. L’approccio sembra adeguato vista la persistenza delle sfide e delle ingiustizie nel mondo, soprattutto là dove la politica svizzera ha delle responsabilità. Inoltre il potere e l’influenza del settore economico restano sproporzionati e portano spesso a delle decisioni politiche prese a discapito delle popolazioni e dell’ambiente. In questo contesto dovrebbe essere legittimo chiedersi perché delle consigliere e dei consiglieri federali richiedano ora un maggior coinvolgimento politico dell’economia, quando parallelamente si cerca di limitare il margine di manovra della società civile. Il Consiglio federale e il Parlamento non dovrebbero forse garantire che in Svizzera tutti possano e debbano partecipare alla vita politica?

Quello che è un bene per l’economia non per forza è un bene per la Svizzera e per il mondo. Le decisioni politiche sensate e sostenibili dipendono anche dalle voci dei cittadini e della società civile, non abbiamo mai smesso di sottolinearlo negli ultimi 50 anni. Grazie alle nostre competenze, al dialogo e al dibattito vogliamo continuare a giocare un ruolo attivo per il futuro e a difendere la giustizia mondiale.

Bernd Nilles, presidente di Alliance Sud e direttore di Sacrificio Quaresimale

Global, Opinione

Cambiare il modo di comunicare

06.10.2021, Cooperazione internazionale

Il nostro mondo si sta capovolgendo. Le sfide future esigono un ripensamento radicale mondiale. Le organizzazioni di sviluppo devono essere all'altezza di questa sfida. Non solo nei loro programmi, ma anche nella loro comunicazione istituzionale.

Cambiare il modo di comunicare

L'ex First Lady Melania Trump in Kenya: sempre più spesso le celebrità si mettono a disposizione per buone cause (e foto), anche in Svizzera. Questo cementa una comprensione paternalistica dello sviluppo.
© Saul Loeb/AFP

Testo di Jörg Arnold, che è stato responsabile del marketing e della raccolta di fondi presso Caritas Suisse dal 2002 al 2018. E' cofondatore di Fairpicture (fairpicture.org).

“Dobbiamo imparare a comunicare sulla cooperazione internazionale odierna, che è diversa da quella praticata 30 anni fa. Il mondo è cambiato e con esso il nostro modo di comunicare. Oggi disponiamo di un linguaggio comune a livello internazionale, quello dell'Agenda 2030”, ha dichiarato Patrizia Danzi, direttrice della DSC, in occasione del sessantesimo anniversario dell'organizzazione. Negli ultimi anni, le foto anonime di bambini emaciati sono in buona parte scomparse dalle e-mail e dai siti web delle organizzazioni umanitarie. Ma questa realtà ha anche cambiato il modo in cui le organizzazioni di sviluppo occidentali parlano del Sud?

In Svizzera, più di 100 organizzazioni di donatori riconosciute dalla ZEWO (Zertifizierungsstelle für gemeinnützige NPO) si impegnano a rendere il mondo migliore per tutti. Dozzine di altre organizzazioni non certificate vi si aggiungono. Tutte vogliono alleviare le sofferenze e creare una base sostenibile per sconfiggere la povertà, la fame e l'ingiustizia. Hanno imparato a comunicare il contenuto delle loro attività e a farlo conoscere alle loro donatrici e ai loro donatori. Cercano di fare capire meglio la situazione in cui vivono le persone bisognose, di rafforzare l'impegno in favore di un aiuto concreto e di mettere così in evidenza le proprie attività.

Attraverso la loro comunicazione, queste organizzazioni influenzano significativamente l'opinione del pubblico sui Paesi del Sud. Le loro campagne di raccolta di fondi ad alta penetrazione trasmettono emozioni che convincono i donatori a mettere mano al portafoglio. Che sia sotto forma di rapporti periodici selettivamente indirizzati o di sofisticate campagne di marketing diretto: modellano la percezione dell'ingiustizia, della povertà, del malessere e della violenza nel continente africano, in America Latina e in Asia con immagini che sollecitano un'azione urgente.

Un test decisivo per le organizzazioni di sviluppo

Il lavoro di comunicazione delle organizzazioni di sviluppo è impegnativo. Devono costantemente legittimare le proprie attività nella sfera politica e presso l’opinione pubblica, raccogliere donazioni nel mentre e, come componente chiave della loro missione per la società civile, svolgere anche un lavoro di sensibilizzazione. Per soddisfare tutte queste esigenze, le organizzazioni hanno quindi investito molto nei loro concetti di comunicazione negli ultimi anni. Ma la sfida maggiore che devono affrontare riguarda il discorso che trasmettono sui Paesi del Sud. È su questo tema che di gioca la prova decisiva della loro credibilità.

Le organizzazioni di sviluppo occidentali devono affrontare una serie di critiche. Pensiamo, ad esempio, alle attiviste e agli attivisti ugandesi di nowhitesaviors.org: si sono rivolti ai media per denunciare quelle che considerano rappresentazioni discriminatorie delle persone del continente africano nelle comunicazioni delle ONG. A seguito di un'ondata di critiche virulente, l'organizzazione britannica Comic Relief ha chiuso la sua fruttuosa campagna di  raccolta di fondi con celebrità che “visitano i progetti in Africa” sollecitando le donazioni. Le autrici e gli autori di peacedirect si esprimono senza mezzi termini in uno studio del maggio 2021 intitolato Time to Decolonise Aid. Sostengono che molte pratiche e atteggiamenti attuali nel sistema degli aiuti riflettono pratiche coloniali dalle quali derivano -  cosa che la maggior parte delle organizzazioni e dei donatori del Nord sono ancora riluttanti a riconoscere. Sempre secondo loro, alcune pratiche e norme moderne rafforzano le dinamiche e le credenze coloniali, come l'ideologia del “salvatore bianco” che si riflette nel simbolismo delle donazioni e della comunicazione usato dalle ONG internazionali.

Gli stereotipi compromettono la cooperazione allo sviluppo

Una comunicazione stereotipata, basata su modelli coloniali: l'accusa contro la pratica delle organizzazioni di sviluppo è grave. Non solo mette in discussione in modo critico la posizione etica fondamentale delle organizzazioni, ma rivela anche una contraddizione rispetto all’obiettivo della società civile di cancellare le relazioni di potere ineguali.

Con il Manifesto per una comunicazione responsabile nell’ambito della cooperazione internazionale adottato a Berna il 10 settembre 2020, le organizzazioni affiliate e partner di Alliance Sud hanno inviato un chiaro segnale in questo senso. Gli autori notano in modo autocritico nell'introduzione al manifesto: “Le popolazioni del Sud sono spesso presentate come oggetti e destinatari dell'aiuto, mentre le organizzazioni di sviluppo e il loro personale sono descritti come esperti e soggetti attivi. (...). Degli stereotipi sono spesso riprodotti in questo contesto. Le immagini paternalistiche dello sviluppo suggeriscono che i Paesi sviluppati mostrano ai Paesi sottosviluppati come fare le cose correttamente”.

Fissare  interi continenti e i loro abitanti in immagini di povertà e dipendenza è discriminatorio. Allo stesso tempo, è degradante rinchiudere le persone nel ruolo di riconoscenti destinatari degli aiuti . È tempo che le organizzazioni di sviluppo si liberino di un approccio alla raccolta di fondi accuratamente coltivato per molti anni, non senza successo. Il fatto che la comunicazione stia diventando sempre più importante nella nostra società globalizzata costringe anche le organizzazioni di sviluppo a pensare di più agli effetti della propria comunicazione e a quanto essa può contribuire a far emergere una giustizia mondiale.

La comunicazione è il programma

Crisi climatica, migrazione, aiuti umanitari: la comunicazione delle organizzazioni di sviluppo nella società dell'informazione del XXI secolo non si limita alla comunicazione istituzionale e alla raccolta di fondi. Attraverso le loro storie, modellano attivamente il cambiamento sociale e i modi di pensare predominanti. Le organizzazioni di sviluppo devono assicurarsi che la loro comunicazione corrisponda alle realtà vissute e alle visioni e agli obiettivi di vita delle persone rappresentate. Le unità organizzative operative, ma anche i dipartimenti di comunicazione, dovrebbero quindi impegnarsi in un processo di teoria del cambiamento in cui sviluppare una logica di azione orientata all'efficacia per le loro attività, sulla base di un'analisi autoriflessiva della situazione. Questo approccio è necessario per ottenere gli effetti che l'organizzazione nel suo insieme cerca di raggiungere. Per padroneggiare la complessità dei problemi - dalle persone rappresentate ai destinatari della comunicazione -, gli attori locali, con le loro diverse prospettive, le loro competenze e i loro diritti, devono essere integrati in questi processi. Sono finiti i giorni in cui le organizzazioni di sviluppo potevano permettersi di comunicare senza tener conto delle persone al centro del loro impegno nella società civile.

Jörg Arnold è un sociologo ed è stato responsabile del marketing e della raccolta fondi di Caritas Svizzera dal 2002 al 2018. È cofondatore di Fairpicture (fairpicture.org).

 

Pubblicato il 10 novembre 2021

Su L’Osservatore Online

(Traduzione di Valeria Matasci)

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Comunicato stampa

Nuovi membri rafforzano Alliance Sud

24.01.2022, Cooperazione internazionale

Con nuovi membri, un nuovo Direttore e un nuovo Comitato direttivo, si sta aprendo una nuova fase nella cinquantennale storia di Alliance Sud. Di fronte alle crescenti disuguaglianze e a una società civile sempre più sotto pressione a livello mondiale, una voce forte nella politica di sviluppo in Svizzera è più importante che mai.

Nuovi membri rafforzano Alliance Sud

“Siamo molto contenti che, con Solidar Suisse e Terre des hommes, due nuovi membri sosterranno pienamente il nostro lavoro comune di politica di sviluppo”, afferma Markus Allemann, Presidente di Alliance Sud e Direttore di Swissaid. “Intensifichiamo così il coordinamento tra le più importanti organizzazioni di politica di sviluppo e rafforziamo la voce del Sud globale nella politica della Svizzera”.

Con la fusione di Heks/Eper e Pain pour le prochain/Pane per tutti all’inizio di quest’anno, Swissaid, Azione Quaresimale, Helvetas, Caritas, Heks/Eper, Solidar Suisse e Terre des hommes sono ora le organizzazioni membri di Alliance Sud, associazione con sede a Berna. La Croce Rossa Svizzera dal canto suo è un membro associato.

Anche il nuovo Direttore, Andreas Missbach, porrà nuovi accenti e utilizzerà la sua esperienza pluriennale per guidare lo sviluppo dell’organizzazione: “Alliance Sud è molto più di un’organizzazione di lobby o di un gruppo di interesse: siamo un centro di competenza per le questioni di cooperazione internazionale e ci impegniamo a rendere la Svizzera solidale e sostenibile con il mondo. Senza un’economia che rispetti gli ecosistemi e protegga il sistema climatico, non c’è mondo in cui possiamo vivere; senza giustizia globale, non c’è mondo in cui vogliamo vivere”.

Alliance Sud rappresenta le sue organizzazioni membri in Parlamento e nei confronti dell'Amministrazione federale. I rappresentanti dei media continueranno a trovare in Alliance Sud esperti ed esperte competenti che possono fornire informazioni fondate e differenziate su temi come lo sviluppo sostenibile, la politica fiscale e finanziaria internazionale, la politica commerciale e climatica e la responsabilità delle imprese. Con la sua rivista “global”, Alliance Sud fornisce informazioni e analisi sulla politica estera e sulla politica di sviluppo della Svizzera.

Ulteriori informazioni:
Markus Allemann, Presidente di Alliance Sud e Direttore di Swissaid, tel. +41 79 833 15 69
Andreas Missbach, Direttore di Alliance Sud, Tel. +41 31 390 93 30

Comunicato stampa

Economia estera: quelle occasioni mancate

26.01.2022, Cooperazione internazionale

Le Conseil fédéral a publié aujourd'hui son rapport sur la politique économique extérieure 2021. Les conséquences dramatiques de la pandémie de Covid-19 sur les pays en développement et émergents y occupent une place importante. Mais il reste muet sur les occasions ratées de soutenir les populations les plus pauvres grâce à des financements innovants et à l'assouplissement des règles en matière de brevets. La Suisse doit enfin en faire plus.

Economia estera: quelle occasioni mancate

© «Parlamentsdienste 3003 Bern»

Le rapport mentionne l'importance centrale des fonds publics dans la coopération internationale (CI). Bien que ceux-ci aient globalement augmenté de 3,5 %, cela ne suffit de loin pas à compenser ne serait-ce que le recul des envois de fonds des migrants vers leur pays d'origine à cause de la pandémie. Avec 0,48% du revenu national brut, la CI suisse est loin de l'objectif de 0,7 % convenu au niveau international.

Le Conseil fédéral passe complètement sous silence une possibilité simple d'aider financièrement les pays en développement et émergents : En août 2021, le Fonds monétaire international (FMI) a attribué à ses membres des droits de tirage spéciaux (DTS) nouvellement créés pour un montant total de 650 milliards de dollars américains. Ceux-ci permettent d'acheter d'autres monnaies dans certaines limites, mais les pays les plus pauvres n'en ont reçu qu'une infime partie. « La Suisse n'a jamais besoin de réserves supplémentaires, elle devrait donc mettre les 5,5 milliards de dollars reçus à la disposition des pays les plus pauvres », réclame Andreas Missbach, directeur d'Alliance Sud.

Plus de transparence sur les créances

La Suisse abrite la septième plus grande place financière au monde et elle est la principale plaque tournante du commerce mondial des matières premières. Les banques suisses et les négociants en matières premières sont des créanciers privés essentiels des pays en développement. Le Conseil fédéral constate à juste titre que la crise de la dette dans le Sud s'aggrave en raison du coronavirus et du revirement attendu des taux d'intérêt aux Etats-Unis.

Pourtant l'année dernière, il ne s'est pas efforcé d'inciter les banques suisses et les négociants en matières premières à plus de transparence dans leurs relations de crédit avec les pays du Sud. Une grave omission, selon Missbach : « Sans la participation des créanciers privés, la crise de la dette dans le Sud ne pourra pas être désamorcée. La transparence est à cet égard une condition préalable pour trouver des solutions. La Suisse doit impérativement rattraper son retard dans ce domaine. »

Assouplir la protection des brevets

Le Conseil fédéral écrit à juste titre qu'une avancée rapide des campagnes de vaccination dans les pays en développement et émergents est cruciale pour la santé globale et la reprise économique mondiale ; mais dans les faits, il torpille des efforts importants pour faciliter l'accès aux vaccins aussi dans les pays du Sud.

A l'Organisation mondiale du commerce (OMC), la Suisse est l'un des rares pays à s'opposer à la levée temporaire de la protection de la propriété intellectuelle sur les vaccins, les tests et les traitements anti covid. « La Suisse doit enfin cesser de bloquer ces négociations, d'autant plus qu'elle présidera à partir de juillet le Conseil général, un organe qui a le pouvoir de prendre des décisions, sans attendre une hypothétique conférence ministérielle qui pourrait être reportée sine die en raison de la pandémie », déclare Missbach.

Renforcer les droits humains et le financement du climat

Le contre-projet indirect édenté à l'initiative pour des multinationales responsables est également une occasion ratée de garantir le plein respect des droits humains et de la protection de l'environnement par les entreprises suisses. Il est grand temps d'adopter une législation qui améliore la résilience des chaînes de valeur mondiales, notamment en renforçant les droits des travailleurs ainsi que la protection de l'environnement. « Le Conseil fédéral doit élaborer au plus vite un projet de loi harmonisé avec les normes internationales et les lois déjà adoptées par plusieurs pays de l'UE », déclare Missbach.

En ce qui concerne la contribution à la lutte contre la crise climatique, Alliance Sud salue l'augmentation de la contribution annuelle pour la CI, mais compte tenu de son importance économique, la Suisse doit contribuer au moins à hauteur de 1 % – soit 1 milliard de francs par an – au financement international de la lutte contre le changement climatique, sans pour autant grever la coopération au développement existante.

Pour plus d’informations :

Andreas Missbach, directeur d’Alliance Sud, Tél. +41 31 390 93 30