Comunicato stampa

Ostinazione conservatrice in parlamento

11.03.2015, Cooperazione internazionale

Al termine di un dibattito animato, il Consiglio nazionale ha dapprima adottato la mozione per maggiore responsabilità delle multinazionali, poi l’ha rifiutata in seguito ad una proposta di nuovo esame.

Ostinazione conservatrice in parlamento

© Michael Stahl/Keystone

Comunicato stampa

Iniziativa: per multinazionali responsabili

19.01.2015, Cooperazione internazionale

La nuova associazione «Iniziativa per multinazionali responsabili» prevede il lancio di un’iniziativa popolare. L’associazione raggruppa circa 50 organizzazioni della società civile.

Iniziativa: per multinazionali responsabili

Medienmitteilung der Koalition für Konzernverantwortung

Multinazionali responsabili: nuova associazione

16.06.2021, Responsabilità delle imprese

In poche settimane, migliaia di persone hanno accettato di continuare a sostenere finanziariamente il lavoro politico dell'associazione al fine di stabilire una legge vincolante in Svizzera sulla responsabilità delle multinazionali. Sempre più stati europei obbligano le loro multinazionali a rispettare i diritti umani - come la Germania e la Norvegia la settimana scorsa: ora la Svizzera deve seguire l'esempio.

Multinazionali responsabili: nuova associazione

Glencore-Mine in Kolumbien.
© Associazione per multinazionali responsabili

Comunicato stampa

La legge minimalista ora assomiglia a una farsa

01.07.2021, Responsabilità delle imprese

40 organizzazioni prendono posizione in merito all'ordinanza relativa al controprogetto indiretto all'Iniziativa per imprese responsabili. Sono unite nel criticare l'inefficacia della proposta del Consiglio federale.

La legge minimalista ora assomiglia a una farsa

Associazione per multinazionali responsabili

Comunicato stampa

Le organizzazioni di cooperazione allo sviluppo chiedono più solidarietà

30.11.2023, Cooperazione internazionale

Il Consiglio federale vuole sostenere la ricostruzione dell’Ucraina a spese dei Paesi più poveri, malgrado numerosi esperti, cantoni e partiti auspichino un finanziamento supplementare. Una vasta campagna della società civile, che viene lanciata oggi, chiede un rafforzamento della cooperazione allo sviluppo.

Le organizzazioni di cooperazione allo sviluppo chiedono più solidarietà

Un’analisi delle risposte alla consultazione sulla strategia della cooperazione internazionale (CI), per il quadriennio 2025-2028, mostra che la proposta del Consiglio federale di stanziare 1,5 miliardi di franchi per l’Ucraina, prelevandoli dal budget della CI, non gode di sostegno. Il 93% di coloro che si sono espressi sul finanziamento dell’Ucraina, scrivono esplicitamente che l’aiuto all’Ucraina dev’essere finanziato con fondi supplementari ed esterni alla CI. Tra questi ci sono 5 partiti su 7 e 9 cantoni su 11. Anche la Commissione consultiva per la cooperazione internazionale del Consiglio federale si è pronunciata a favore. Confermare il prelevamento di 1,5 miliardi dal budget della CI equivarrebbe quindi a ignorare completamente la procedura di consultazione.

A tale conclusione è giunta anche la Commissione delle finanze del Consiglio nazionale. Essa raccomanda al suo Consiglio l’istituzione di un fondo per la ricostruzione dell’Ucraina. L’importo messo a disposizione non andrebbe imputato al budget ordinario della cooperazione internazionale, bensì sarebbe da contabilizzare come straordinario. La Commissione delle finanze ha letto correttamente i segni dei tempi e ricorre agli strumenti necessari. È innegabile che la ricostruzione dell’Ucraina richiederà mezzi finanziari notevoli e che quindi la solidarietà della comunità inter¬nazionale non potrà venir meno. Anche la Svizzera deve dare un contributo finanziario importante per la ricostruzione dell’Ucraina, ma ciò non deve avvenire a spese dei Paesi più poveri.

#PiùSolidarietàOra

«Covid – clima – guerra: e il Consiglio federale spreme il limone. In un mondo in crisi, non si dovrebbe risparmiare sui più poveri. L’Ucraina dev’essere sostenuta in aggiunta alla cooperazione allo svilup¬po», sostiene Andreas Missbach, direttore di Alliance Sud. Per questo motivo, una vasta alleanza di organizzazioni della società civile e alcune personalità del mondo culturale e scientifico hanno lanciato una campagna per una cooperazione allo sviluppo forte.

La popolazione è chiamata a prendere posizione lasciando un messaggio personale sui social media. Ora più che mai c’è bisogno di maggior solidarietà con le molte persone che vivono in estrema povertà e che corrono il rischio di finire nel dimenticatoio. La Svizzera deve finalmente adempiere all’obiettivo dell’ONU, a cui ha aderito, e destinare alla cooperazione allo sviluppo lo 0.7% del suo reddito nazionale lordo. Secondo i piani del Consiglio federale, questa quota scenderebbe a un vergognoso 0.36%!

 

Ulteriori informazioni:

Andreas Missbach, direttore di Alliance Sud, tel. 031 390 93 30, andreas.missbach@alliancesud.ch

 

 

Comunicato

COP28: più finanziamenti per il Sud globale

27.11.2023, Giustizia climatica

La Conferenza delle Nazioni Unite sul clima (COP28), che si terrà dal 30 novembre al 12 dicembre a Dubai, svolge un ruolo fondamentale affinché gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima possano ancora essere raggiunti. Per uno sviluppo nel Sud del mondo rispettoso del clima urge maggiore sostegno finanziario, anche da parte della Svizzera.

 

Delia Berner
Delia Berner

Esperta in politica climatica internazionale

+41 31 390 93 42 delia.berner@alliancesud.ch
COP28: più finanziamenti per il Sud globale

Colata detritica in Perù. 

© Alberto Orbegoso

Dopo i 12 mesi più caldi degli ultimi 125 000 anni, le aspettative nei confronti della comunità internazionale alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici COP28 sono enormi. «È necessario correggere rapidamente la rotta se si vuole che l’obiettivo fissato nell’Accordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius possa ancora essere raggiunto», dichiara Delia Berner, esperta in clima presso Alliance Sud, il centro di competenza svizzero per la cooperazione internazionale e la politica di sviluppo. «Per ogni decimo di grado di riscaldamento in più, aumenta la sofferenza delle persone più povere, le stesse che hanno contribuito meno alla crisi climatica». Alliance Sud chiede alla Svizzera di allineare la sua posizione negoziale ai bisogni delle popolazioni più povere del Sud globale.

A tre anni dall’inizio dell’attuazione dell’Accordo di Parigi gli Stati firmatari, nell’ambito del meccanismo di innalzamento delle ambizioni, negozieranno per la prima volta a Dubai il bilancio globale sull’attuazione dell’accordo. «Il successo della COP28 dipenderà da quanto le risoluzioni sul bilancio globale rifletteranno la triste realtà, ovvero che i piani nazionali di protezione del clima non sono complessivamente abbastanza ambiziosi per raggiungere gli obiettivi. Abbiamo assolutamente bisogno di piani concreti su come si possono colmare le lacune e quali processi sono previsti a tal fine», sottolinea Stefan Salzmann di Azione Quaresimale.

Una questione urgente verte sulla svolta del settore energetico e su chi la finanzia. Gli investimenti del settore privato non possono fare miracoli in questo senso. Finora non sono stati in grado di soddisfare le esigenze di finanziamento dei Paesi più poveri. Soprattutto i rischi più elevati o percepiti come tali inibiscono chi potrebbe investire. Inoltre, nei Paesi più poveri i finanziamenti privati per le misure di adattamento sono praticamente inesistenti.

Per una transizione energetica giusta...
La presidenza della COP28, gli Emirati Arabi Uniti, si sta concentrando sullo sviluppo delle energie rinnovabili, senza però al contempo impegnarsi a ridurre rapidamente i combustibili fossili. La transizione di cui abbiamo bisogno, tuttavia, deve includere entrambi gli elementi, poiché l’espansione delle rinnovabili non permette da sola di ridurre i gas serra.

«Nonostante l’urgenza di nuovi investimenti, non bisogna dimenticare le persone che lavorano nelle fabbriche e nei campi. Dobbiamo tenere d’occhio il loro benessere se vogliamo un cambiamento giusto», sottolinea Cyrill Rogger di Solidar Suisse. Annette Mokler di terre des hommes Svizzera aggiunge: «I gruppi di popolazione interessati e le comunità indigene devono essere direttamente coinvolti nei piani per un cambiamento giusto». Una cosa è già chiara: la transizione verso le energie rinnovabili nel Sud del mondo potrà funzionare solo se il sostegno finanziario, ovvero il finanziamento internazionale a tutela del clima, aumenterà significativamente.

...servono più finanziamenti climatici
Non mancano fondi solo per la decarbonizzazione: le lacune nell’adattamento alle mutate condizioni climatiche nel Sud del mondo si stanno ampliando. Secondo l’ultimo “Rapporto sul divario di adattamento 2023” del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, ogni miliardo di dollari investito nell’adattamento ai cambiamenti climatici preverrebbe 14 miliardi di dollari di danni econo¬mici. «Gli attuali finanziamenti climatici da parte dei Paesi industrializzati riescono a coprire meno di un decimo del fabbisogno finanziario per l’adattamento nel Sud globale. Ciò è problematico perché porta a danni sempre maggiori e a perdite più elevate», avverte Christina Aebischer di Helvetas.

Le questioni riguardanti il finanziamento determinano da anni il programma e i punti di discussione della conferenza sul clima. Non è una coincidenza, considerando che almeno 28 dei Paesi del Sud globale più colpiti dall’impatto della crisi climatica hanno anche gravi problemi di debito. Molti Paesi non sono in grado di finanziare misure di protezione del clima con il proprio bilancio perché al posto di farlo devono onorare il proprio debito, cadendo in un circolo vizioso.

Il fondo per i danni e le perdite va riempito
Quest’anno, la comunità internazionale intende deliberare sulle modalità del fondo cosiddetto Loss and Damage concordato nel 2022. L’attuale testo di compromesso elaborato da 30 Stati non prevede un carattere molto vincolante per quanto riguarda i contributi. Se rimane così, è ancora più importante che gli Stati inquinanti approfittino della conferenza per garantire la rapida istituzione e il riempimento del fondo. «I Paesi industrializzati sostengono che non ci sono soldi. Allo stesso tempo, le multinazionali traggono miliardi di profitti dai combustibili fossili e dalle industrie ad alta intensità di CO2. È ovvio che queste aziende devono contribuire a rimediare ai danni che causano», spiega Cybèle Schneider di Heks/Eper.

«Uno dei motivi principali per cui i negoziati sul sostegno finanziario al Sud globale sono così spinosi è la perdita di fiducia dei Paesi poveri nei confronti dei Paesi ricchi come la Svizzera», puntualizza Sonja Tschirren di SWISSAID, «perché i Paesi industrializzati non stanno pagando il conto precedente». Nel 2009 è stato deciso di stanziare 100 miliardi di dollari all’anno a partire dal 2020 per sostenere i piani di tutela del clima e di adattamento dei Paesi del Sud globale. Tuttavia, gli ultimi dati OCSE mostrano che questo obiettivo è stato mancato già di oltre 10 miliardi nel 2021. «La Svizzera e altri Paesi ricorrono a trucchi contabili per abbellire il loro contributo al finanziamento climatico», spiega Angela Lindt di Caritas Svizzera: «Invece di stanziare nuovi fondi, come concordato a livello internazionale, Paesi come la Svizzera stanno utilizzando principalmente fondi che erano stati stanziati per la riduzione della povertà. Non c’è da stupirsi che ci sia molta diffidenza nei negoziati». Alliance Sud chiede da anni che la Svizzera contribuisca con 1 miliardo di dollari all’anno al finanziamento climatico senza gravare sul bilancio della cooperazione internazionale.

Per ulteriori informazioni:

  • Alliance Sud, Delia Berner, esperta in politica climatica internazionale, tel. 077 432 57 46, delia.berner@alliancesud.ch
  • Azione Quaresimale, Stefan Salzmann, responsabile energia e giustizia climatica, tel. 041 227 59 53, salzmann@fastenaktion.ch. Stefan Salzmann è a Dubai come osservatore.
  • Solidar Suisse, Cyrill Rogger, Desk Officer Europa sudorientale, tel. 044 444 19 87, cyrill.rogger@solidar.ch
  • terre des hommes Svizzera, Annette Mokler, responsabile Politica di sviluppo e coordinamento programmi Sahara occidentale, tel. 061 335 91 53, annette.mokler@terredeshommes.ch
  • Helvetas, Katrin Hafner, coordinatrice delle relazioni con i media, tel. 044 368 67 79, katrin.hafner@helvetas.org. Christina Aebischer è a Dubai come osservatrice.
  • Heks/Eper, Cybèle Schneider, specialista in giustizia climatica, tel. 079 900 37 08, cybele.schneider@heks.ch
  • SWISSAID, Sonja Tschirren, esperta in clima e agricoltura ecologica, tel. 079 363 54 36, s.tschirren@swissaid.ch
  • Caritas Svizzera, Angela Lindt, responsabile Servizio Politica di sviluppo, tel. 041 419 23 95, alindt@caritas.ch

 

 

Comunicato stampa

Nuove deroghe per le multinazionali

31.12.2021,

Il Consiglio federale ha adottato oggi definitivamente l'ordinanza di applicazione del controprogetto all'iniziativa per multinazionali responsabili. Nonostante le forti critiche formulate nell’ambito della consultazione, le modifiche apportate al testo sono solo di facciata.

Nuove deroghe per le multinazionali

© Konzernverantwortungsinitiative

Comunicato stampa

SDG Impact Finance Initiative: un impatto per chi?

16.03.2022, Finanziamento dello sviluppo

Una nuova iniziativa della SECO ha l’obiettivo di mobilitare dei capitali privati per i Paesi in via di sviluppo. Un piano che però solleva molte questioni di governance e di impatto sullo sviluppo.

SDG Impact Finance Initiative: un impatto per chi?

Le due facce del settore privato: da un lato, trasporta forniture di aiuto da Zurigo al Venezuela nell'estate del 2020; dall'altro, le banche svizzere fanno affari con l'élite del paese in crisi, come ha rivelato "Suisse Secrets".
© KEYSTONE / POOL / Ennio Leanza

Comunicato stampa

Basta ai giochi di potere dell'AELS contro il Sud

09.07.2020, Commercio e investimenti

Dans une lettre ouverte, 250 organisations de 60 pays demandent à la Suisse, à la Norvège et au Liechtenstein de cesser d'imposer aux pays du Sud des lois strictes sur la protection des obtentions végétales qu'ils ne respectent pas eux-mêmes. Cette demande des pays de l'AELE pour une protection stricte des variétés végétales - une sorte de protection par brevet des semences - restreint considérablement la libre utilisation des semences aux dépens des agriculteurs du Sud. Le droit à l'alimentation, la souveraineté alimentaire et la diversité agrobiologique sont menacés.

Isolda Agazzi
Isolda Agazzi

Esperta in politica commerciale e d’investimento, portavoce per la Svizzera romanda

+41 22 901 07 82 isolda.agazzi@alliancesud.ch
Basta ai giochi di potere dell'AELS contro il Sud

© pixelio.de / Rainer Sturm

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Accesso globale al vaccino anti Covid-19

28.01.2021, Commercio e investimenti

La Svizzera si oppone alla richiesta di India e Africa del Sud all’OMC, sostenuta da ca 90 Paesi, di derogare temporaneamente all'accordo TRIPS sui diritti di proprietà intellettuale per produrre test e vaccini più rapidamente e in quantità maggiori.

Isolda Agazzi
Isolda Agazzi

Esperta in politica commerciale e d’investimento, portavoce per la Svizzera romanda

+41 22 901 07 82 isolda.agazzi@alliancesud.ch
Accesso globale al vaccino anti Covid-19